GROWTH
Progettare percorsi di Coaching in azienda
Non attendere che siano gli altri a modificare il loro modo di lavorare, preoccupati di sviluppare le tue potenzialità. Il resto verrà da sé.
Perdere la bussola è normale, forse anche utile.
Abbiamo tutti un potenziale. È altresì vero che capita non di rado di incappare in alcune difficoltà che non ci permettono di vivere la professione con la necessaria quiete d’animo.
Talvolta non si riesce a conciliare la vita privata con quella lavorativa, il burnout non permette di avere una chiara e lucida visione della realtà o l’ansia da prestazione professionale ci dà un forte senso di disorientamento.
Il coaching nasce per questo tipo di situazioni.
Si tratta di un processo di sviluppo che solca i primi passi attraverso un’alleanza relazionale con il coach stesso.
Il coaching permette di lavorare sulle competenze umane e trasversali affinché il raggiungimento degli obiettivi non appaia come un percorso arduo e gravoso. Bensì come un percorso raggiungibile con cognizione, benessere lavorativo e rinnovata audacia.
Per chi è importante?
Al personale di ogni livello e al team. Non c’è discrimine.
Ecco come funziona:
Il coach non indica la soluzione né dà consigli. Il percorso che il destinatario o il gruppo di lavoro dovranno svolgere è realizzato in modo tale che siano loro stessi ad individuare autonomamente le soluzioni.
Il ruolo del coach è quello di “allenare” con una serie di esercizi e repertori comportamentali che permettano di definire i propri obiettivi, le proprie predisposizioni e le competenze per raggiungerli.